Delle due, l’una: o è una ludoteca che in più offre ai grandi la possibilità di mangiare (bene), bere (con moderazione) e divertirsi (senza ritegno, tanto i bambini non guardano); o é una pizzeria che in più offre ai bambini la possibilità di giocare (molto), sudare (con moderazione) e scatenarsi (senza ritegno, tanto i grandi non guardano).
Coco's party
Un po’ come la storia dell’uovo e la gallina: c’è da perdere la testa! E la testa l’hanno persa davvero, genitori e figli, dopo aver passato qualche ora nel Coco’s Party. Questa è la storia di un’idea geniale, concepita da un imprenditore che poi ha costruito il suo progetto mattone su mattone.
Nessun artificio, una bella storia si fonda su cose genuine. E così, il nostro imprenditore ha deciso di dar vita ad un ristorante dove ha preteso un forno a legna, un menù che tra pizze, panini, piadine, pucce, panzerotti, rustici e dolci di ogni tipo, vorresti non saziarti mai. Ai “fornelli”, non un semplice chef ma Gino (senza cognome, come Marilyn, Elvis e pochi altri) che da ad ogni portata quel sapore unico. Ma il vero capolavoro è la ludoteca. I giochi sono di quelli che fanno impazzire i bambini. Tanti colori, scivoli ovunque, palline di gommapiuma e una grafica che sembra uscita da Madagascar.
Questo è ciò che si vede. Ciò che non si vede, invece, è l’aria purissima che si respira, igienizzata costantemente da un impianto di climatizzazione rooftop (per i profani, lo stesso che si usa nelle grosse sale cinema) e il riscaldamento a pavimento. Progetto ed esecuzione sono stati affidati al migliore nel settore: Maurizio Cardascio. Lo abbiamo visto all’ora di pranzo, seduto ad un tavolo del Coco’s Party. Gli abbiamo posto qualche domanda.
L'intervista
Sig. Cardascio, immagino sia qui per il controllo periodico dei filtri.
Nessuna risposta. Mangia una pizza. 10 min dopo.
Sig. Cardascio, immagino sia qui per il controllo periodico dei filtri.
«A quello ci pensano i miei collaboratori. Io sono qui per il controllo qualità delle pizze».
Test superato?
«Egregiamente. Gino non delude mai!».
E allora parliamo di eccellenza. Porterebbe i suoi figli al Coco’s Party?
«I miei figli sono soci onorari. Loro si divertono, io sto tranquillo. Win-Win».
Beh, lei in più mangia… quindi vince 2 volte.
«Essere adulti ha i suoi vantaggi!».
Lei ha realizzato mega impianti a catene di supermercato e grossi ristoranti. Mi lasci passare la battuta, climatizzare una ludoteca dev’esserle sembrato un gioco da ragazzi.
«E qui lei si sbaglia. Quella che lei sta respirando in questo momento non è la stessa aria che avrebbe respirato un’ora fa».
Mi spieghi meglio.
«I bambini, è risaputo, sono untori professionisti. Immagini quante malattie circolano liberamente in un ambiente frequentato da decine di loro. L’impianto di climatizzazione di Coco’s Party è un rooftop. È in grado di rinnovare e purificare più volte nella stessa giornata il 100% dell’aria».
Quindi un ambiente sicuro?
«Ce lo impone la legge ma, soprattutto ce lo impone il buonsenso. Proprio per evitare sbalzi termici abbiamo optato per un impianto di riscaldamento a pavimento. Così i nostri figli possono giocare a piedi nudi e rotolarsi per terra quanto vogliono».
E voi genitori ve la spassate qui al ristorante!
«Qualcuno deve pur farlo il lavoro sporco!».
Non potevamo non incontrare anche l’ideatore di questo format innovativo.
La domanda è d’obbligo. Si tratta di una ludoteca con annesso ristorante o un ristorante con annessa ludoteca?
«Né l’uno, né l’altro. È una ristoteca o un ludorante, faccia lei…».
Due marchi da registrare subito. Mi avevano detto che era un genio.
«Ma quale genio! Mi piace solo mettere d’accordo tutti».
Genitori e figli? Una bella impresa. Ma detto in confidenza. Lei si sente più animatore o ristoratore?
«Le due attività devono avere pari importanza. L’eccellenza si raggiunge così. È un fatto di marketing. Il nostro target é doppio. Da noi vengono i genitori che vogliono mangiare bene e i bambini che si vogliono divertire».
Ok ma lei deve scegliere… Animatore o ristoratore?
«Mettiamola così. Sono un ristoratore simpaticissimo!».
Con lei è una battaglia persa!